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Credere in sé per ottenere risultati differenti

autoefficacia-dr.ssa Stella LauriniCredere in se stessi: quante volte l’hai sentito dire? E quanto è importante credere in se per ottenere risultati differenti?

In uno studio condotto sugli effetti prodotti dalla fiducia in se stessi rispetto al risultato, lo psicologo Albert Bandura ha scoperto che in base alla sicurezza che una persona ha delle proprie capacità si possono prevedere i livelli di una performance meglio che in base ai risultati ottenuti in passato.

Cioè, il modo in cui pensi a te stesso, in relazione alle sfide che hai di fronte, ha un impatto profondo sulla tua capacità di ottenere risultati differenti e avere vivere la vita che desideri.

E’ quella che Albert Bandura chiama: autoefficacia.
L’autoefficacia, concetto formulato appunto per la prima volta dallo psicologo canadese Albert Bandura, è la fiducia che ogni persona ha sulle proprie capacità di ottenere gli effetti voluti con la propria azione (Bandura, 2000).

Non si tratta di una generica fiducia in se stessi, ma della convinzione di poter affrontare efficacemente determinate prove, di essere all’altezza di determinati eventi, di essere in grado di cimentarsi in alcune attività o di affrontare specifici compiti.

“L’autoefficacia, non è dunque una misura delle competenze possedute, ma la credenza che la persona ha in ciò che è in grado di fare in diverse situazioni con le capacità che possiede” (Borgogni,2001).

Tendenzialmente, le persone che hanno un basso senso di efficacia:

  • Si allontanano intimidite dalle attività “difficili”.
  • Hanno basse aspirazioni e investono uno scarso impegno nel raggiungimento degli obiettivi che scelgono per se stesse.
  • Di fronte a compiti difficili, si fermano a considerare le proprie carenze personali, gli ostacoli che incontreranno e tutte le conseguenze avverse possibili piuttosto che concentrarsi su cosa fare per riuscire.
  • Riducono il proprio impegno e rinunciano facilmente trovandosi di fronte a difficoltà.
  • Sono lente nel recuperare il loro senso di efficacia in seguito a insuccessi e regressioni.
  • Siccome attribuiscono le prestazioni scadenti alla mancanza di capacità e doti loro personali, non hanno bisogno di molti insuccessi per perdere fiducia nelle proprie capacità.
  • Sono facili prede dello stress e della depressione.

Invece, le persone con un alto senso di autoefficacia:

  • Affrontano i compiti difficili come sfide da vincere piuttosto che come pericoli da evitare.
  • Si pongono obiettivi ambiziosi e restano fortemente impegnate nel loro raggiungimento.
  • Di fronte alle difficoltà intensificano il proprio impegno e lo mantengono costante.
  • Recuperano velocemente il proprio senso di efficacia in seguito a insuccessi o regressioni.
  • Attribuiscono l’insuccesso a un impegno insufficiente o a una mancanza di conoscenze o di abilità che possono comunque essere acquisite.
  • Affrontano le situazioni minacciose con la sicurezza di poter esercitare un controllo su di esse.

Un atteggiamento efficace procura risultati differenti e successi personali, riduce lo stress e limita la vulnerabilità alla depressione.
Come si fa quindi a sviluppare una maggior autoefficacia?

Prima di tutto bisogna capire da dove originano le convinzioni delle persone circa la propria efficacia.

Le convinzioni si sviluppano sulla base di informazioni ricavate attraverso 5 fonti principali:

1. Le esperienze di gestione efficace: sono costituite dalle esperienze personali affrontate con successo mettendo in gioco le proprie risorse; i successi determinano una solida fiducia nella propria efficacia personale.

2. Il modeling, cioè l’osservazione di altre persone che riescono a compiere un’azione o svolgere un compito con successo può incrementare la propria Autoefficacia, in quanto può portare a credere di possedere le abilità necessarie per fare quanto osservato.

I modelli “esperti”, con il loro esempio, trasmettono conoscenze e insegnano a chi li osserva abilità e strategie utili per rispondere adeguatamente alle richieste dell’ambiente non solo attraverso la pratica (facendo vedere come si affronta quella situazione o quel compito), ma anche offrendo suggerimenti verbali (spiegano come si fa) e fisici (fanno vedere come si fa).

3. La persuasione: l’incoraggiamento ricevuto da altri per tentare un compito ed essere convinti di possedere le capacità necessarie concorre allo sviluppo della propria Autoefficacia in misura proporzionale alla credibilità della fonte di persuasione.

E’ necessario che i messaggi persuasivi spingano verso azioni con un graduale rischio di fallimento e non accrescano irrealisticamente l’Autoefficacia, altrimenti le esperienze negative cancelleranno rapidamente gli aumenti temporanei di efficacia.

4. Il controllo degli stati emotivi e fisiologici: Le persone possono interpretare l’attivazione di indicatori fisiologici (agitazione, tensione, stanchezza, affaticamento, dolore, ecc.) e la presenza di un umore negativo come spie della loro incapacità di affrontare una situazione, mentre la loro mancanza viene considerata come segnale della possibilità di gestione.

Il modo in cui questi stati vengono percepiti e interpretati, quindi, rafforza o meno la propria Autoefficacia. Gli individui dotati di un buon senso di efficacia considerano probabilmente l’attivazione di un certo stato fisico ed emotivo come qualcosa che facilita l’azione dando energia, mentre quelli sfiduciati vivono la stessa attivazione come debilitante.

Lo stesso dicasi per gli stati emotivi. La percezione del proprio stato d’animo incide sulla costruzione delle proprie valutazioni di efficacia personale. Uno stato d’animo negativo riduce il senso di efficacia, mentre uno stato d’animo positivo lo aumenta.

5. L’immaginazione. La propria Autoefficacia può essere influenzata anche dall’immaginare di comportarsi in maniera efficace o inefficace in situazioni ipotetiche.

La nostra immaginazione è importante quanto il dialogo interiore; è il campo di sperimentazione di situazioni possibili o reali, da esplorare prima in fantasia, per poi valutarne l’utilità e l’attuazione nel contesto reale.

Come nel caso dell’autopersuasione, possiamo evocare/creare immagini fantastiche che rafforzano e sostengono la fiducia nelle nostre capacità in qualsiasi momento lo desideriamo.

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