Continuiamo a parlare di convinzioni. Com’è andato l’esercizio del cambio di convinzioni (se non l’hai fatto lo trovi QUI)?
È un esercizio importantissimo e molto potente. Ti permette davvero di dare una svolta importante alla tua vita, di mettere una marcia in più verso il tuo obiettivo.
Perché puoi lavorare su qualunque convinzione hai e che vuoi cambiare, qualunque convinzione ti impedisce di vivere la vita che desideri.
Come abbiamo visto negli articoli precedenti, le convinzioni possono essere di diverso tipo: legate a se stesse, al mondo, agli altri, ai soldi, alle emozioni, al lavoro e via dicendo. E se hai fatto l’esercizio “Di cosa sono convinto?” ne hai trovate un po’.
Ecco alcune delle convinzioni di Serena:
E l’elenco continua. Ciascuno di noi hai decine, centinaia di convinzioni che si sono formate nel corso degli anni, nei più svariati ambiti. E di tutte le convinzioni che una persona ha, c’è un tipo di convinzioni che ha delle implicazioni molto importanti.
Sono quelle convinzioni che abbiamo su chi noi siamo, cioè sullʼidea e sullʼimmagine che abbiamo di noi stessi.
Sono, in pratica, tutte le credenze che vengono espresse da affermazioni che iniziano con “Io sono…”.
Se ti chiedessero di descrivere te stesso, come lo faresti? Cosa credi di te stesso? Quali sono le parole che andresti ad aggiungere a “Io sono…?
Tutto quello che viene dopo “Io sono” va a formare la tua identità ed è qualcosa di estremamente potente ed è relativo al livello che Robert Dilts chiama IDENTITA’
L’essere umano ha bisogno di rimanere coerente con se stesso, con la propria identità. Quindi la mente umana vorrà confermare tutto ciò che viene dopo “Io sono”, per rimanere coerente con se stessa.
Le convinzioni ci danno sicurezza e la mente tende a cercare conferma di esse, di ciò che pensa. Questo vale ancora di più per le convinzioni che riguardano l’identità.
Se ti chiami Giovanna e una persona ti chiede “come ti chiami” tu sei sicura di chiamarti Giovanna. E sei sicura al 100%. Niente e nessuno può mettere in discussione il fatto che ti chiami Giovanna (o quello che è il tuo nome).
Se c’è una cosa di cui siamo assolutamente certi è chi siamo !!!
Hai mai sentito persone dire: “Metti pure in discussione di me qualsiasi cosa, ma non chi io sono!”, oppure “Potrò magari sbagliarmi su tante cose, ma non su me stesso!”, o ancora “So bene come sono fatto!”
Cosa succede quando una persona si comporta in modo NON coerente con se stessa?
Molto probabilmente NON si sente a posto con la propria coscienza… e di solito prova una sensazione di incertezza e può arrivare a dire: “NON ero io…”
Invece ogni volta che ti comporti coerentemente con te stessa, con la tua identità ti senti te stessa e questa è la massima sensazione di certezza che un essere umano può provare.
Conosci persone che dicono di essere determinate, forti, tenaci?
Come si comportano quando si trovano in momenti di grande difficoltà, dove tutto spingerebbe ad abbandonare l’impresa?
Quello che fanno è tirare fuori la grinta ancora di più, tendono a NON mollare e, anche se quella può sembrare la scelta più difficile, loro si sentiranno OK per il semplice fatto che stanno tenendo duro e che NON si sono arrese.
Al contrario, quando una persona si comporta diversamente dall’idea che ha di sé, quindi NON coerentemente con se stessa, vive sensazioni di disorientamento e NON si sente a posto con se stessa.
Marcella racconta:
“Ritengo di essere una persona capace di dire quello che penso in faccia alle persone, senza bisogno di parlare dietro le spalle. Un giorno mi sono ritrovata a ‘parlare male’ di una persona che conosco con una mia amica… dopo qualche istante mi sono resa conto di quello che stavo facendo… è stato bruttissimo. E ho detto: ‘non so cosa mi sia successo… non ero io in quel momento!’ Era come se non mi riconoscessi… non ero più io… per un attimo è stato come se mi mancasse la terra sotto i piedi…”
Quando si vive una situazione del genere è molto probabile che si provi quella sensazione fastidiosa di non riconoscersi, perché in quel momento una delle nostre più grandi certezze viene meno: la sicurezza che ci permette di affermare con convinzione: “io sono fatta così!”
È molto importante scegliere bene le proprie convinzioni sull’identità, perché tutto ciò che vai ad abbinare a “Io sono” è esattamente ciò che diventerai.
E la prima convinzione che vuoi avere è quella che tu puoi cambiare mentalità.
Hai mai conosciuto qualcuno che ha smesso di fumare e ha poi ripreso a distanza di mesi o di anni? Il fatto che NON abbia più fumato per un lungo periodo non è stato sufficiente a farlo smettere definitivamente perché, con tutta probabilità, ad un livello più profondo NON sono cambiate le sue convinzioni riguardo al fumo e, soprattutto, NON si è modificata la sua identità, che è rimasta almeno in parte quella del fumatore.
È probabile che quella persona, durante il suo lungo periodo di “astinenza”, abbia avuto momenti in cui ha rimpianto i bei tempi di quando poteva fumarsi una sigaretta, oppure potrebbe aver invidiato un pochino chi ancora fuma o desiderato ogni tanto di concedersi almeno un tiro.
Questa persona correrà sempre il rischio di una ricaduta, finché nella sua mente continueranno a scorrere, anche molto saltuariamente, pensieri di questo tipo.
Un vero cambiamento è tale solo quando cambia l’identità della persona, cioè quando cambia ciò che la persona crede di se stessa.
Se fino a ieri la tua identità era quella di una persona, ad esempio, grassa, o incapace, o che non si merita di trovare l’uomo/la donna giusta, oggi è fondamentale che inizi a diventare consapevole di quale vuoi che sia la tua nuova identità.
Tornando alla persona che fuma, quando NON si identifica più con i vecchi comportamenti, non riuscendo neanche più a immaginarsi nellʼatto di fumare una sigaretta o provando sensazioni sgradevoli allʼidea di farlo, allora la vecchia identità da fumatore sarà stata completamente sostituita dalla nuova del “non fumatore” e a quel punto possiamo affermare con certezza che non correrà più alcun pericolo di ricadere nel vecchio vizio.
La mente umana cerca continuamente conferme alle proprie convinzioni: quindi, se la tua vecchia convinzione era di essere grassa, o brutta, o di non meritare l’amore degli altri, la tua mente, più o meno consciamente, andava a cercare conferma di ciò in se stessa e negli altri, realizzando proprio quello che non avresti voluto che accadesse.
Quanto più sei attaccata al tuo modo di essere, all’idea che “Sono fatta così”, quanto più sarà difficile apportare dei cambiamenti.
E il primo cambiamento che vuoi apportare, la prima convinzione che vuoi avere è proprio quella che dice “Io posso cambiare mentalità e atteggiamento”.
Quanto più sarai in grado di mettere in discussione lʼidea che hai di te stesso, quanto più sarai flessibile e il tuo percorso verso il tuo obiettivo sarà più veloce.
Ricorda sempre che ogni individuo è, e può essere molto di più rispetto a quanto pensa e crede.
Più lʼimmagine che hai di te è ampia e sfaccettata e più riesci a vederti e sentirti adeguata in ruoli diversi, in modi di essere e di fare diversi, maggiore facilità avrai a vivere positivamente il cambiamento, a evolverti e a migliorare.
Quanto più, invece, un individuo ha unʼimmagine di sé limitata e ridotta, tanto più, inevitabilmente, vi sarà attaccato e avrà unʼenorme difficoltà a lasciarla andare. Anzi cercherà di rafforzarla e di confermarla costantemente, proprio come facciamo con tutte le nostre credenze.
Più è abbondante il numero di parole che sei in grado di associare a “Io sono…” , più la tua personalità sarà ricca e completa e maggiori saranno i modi attraverso i quali potrai soddisfare la tua identità.
Leggi cosa scrive Paola:
“Sono una maestra, o meglio, ex-maestra ormai, perché sono andata in pensione anticipata diversi anni fa’. ‘Fantastico!’ Dirà qualcuno. Beh, sì e no. All’inizio lo pensavo anch’io. Quando avevo quasi finito di lavorare pensavo a tutte le cose che, una volta a casa, avrei fatto. Mi sarei dedicata a me stessa, alle cose che mi piacevano e che fino a quel momento non avevo avuto il tempo di fare… tra lavoro e figli…
Ma poi non è andata così. Un po’ per volta mi sono resa conto che per me, fare la maestra, era tutto. Era la mia vita. Dico era perché oggi, grazie all’aiuto di DcG sono uscita da quel tunnel. Ma a quell’epoca… ho rischiato di ammalarmi di depressione. Ora riesco ad ammetterlo. Non lavorare più è stato come perdere me stessa. E mi ha portato a mangiare e a ingrassare come non mai.
Oggi finalmente ho ritrovato quella pace e quella serenità che avevo perso e, soprattutto, ho ritrovato me stessa. Grazie davvero.”
Paola si era talmente identificata nella sua attività che nel momento stesso in cui, per motivi indipendenti dalla sua volontà, era stata costretta a lasciarla, la sua vita immediatamente aveva perso significato.
Per venticinque anni era stata una maestra e adesso, che non poteva più esserlo, non era più nessuno.
Tutte le persone che limitano la loro identità, riassumendola in poche e ristrette definizioni, o, ancor peggio, la legano totalmente a un ruolo o unʼattività che ricoprono nella loro vita, corrono il rischio di Paola, quello di non trovare più un significato quando questo ruolo o questa attività vengono a mancare.
Chi descrive se stessa con la frase: “Io sono testarda”, probabilmente avrà unʼimmagine di sé caratterizzata dalla capacità di non mollare mai, neanche nelle peggiori situazioni. Al tempo stesso però la sua testardaggine potrebbe trasformarsi in “ottusità” diventando così un grosso limite.
Ma se dico: “Io sono testarda e anche intelligente, sensibile, flessibile, ragionevole, ecc…”, la mia personalità sarà sufficientemente ampia da far sì che la mia “testardaggine” si trasformi inevitabilmente in positiva tenacia.
Quindi, quello che ti chiedo è di riflettere su quanto è importante per te cambiare quelle convinzioni su te stessa che ti limitano e che ti impediscono di raggiungere a grandi passi il tuo obiettivo.
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Con questo si chiude questo articolo. Se hai domande o curiosità ti invito a scrivermi CLICCANDO QUI
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