Cosa c’entrano emozioni con l’auto-sabotaggio? Come le emozioni vanno ad influire sui risultati che otteniamo? E come influenzano la nostra autostima?
Facciamo un passo alla volta.
Ti è mai capitato di assistere ad un fatto con un’altra persona e di scoprire che poi l’altro aveva vissuto quell’esperienza in modo totalmente diverso dal tuo?
Com’è possibile che due persone si trovino nello stesso posto, nello stesso momento, eppure sperimentino le cose in modo così diverso?
Oppure, considera il fattore altezza: ci sono persone che non riescono nemmeno a salire su una scala mentre altre si divertono a scalare montagne o a lanciarsi da ponti e aerei a centinaia e migliaia di metri d’altezza.
Com’è possibile? E, soprattutto, da cosa dipende? Perché ci sono queste differenze?
La differenza dipende dallo stato emotivo in cui ti trovi in quel momento: sicurezza, tranquillità, amore, rabbia, gioia, apatia, curiosità, sono tutti stati emotivi.
Quante volte durante il giorno, durante la settimana ti “capita” di entrare e uscire da queste condizioni, e ciascuna è unica e individuale per te.
Per i prossimi 3 giorni, alla fine della giornata, fai un elenco di tutte le emozioni che hai provato durante la giornata, in questo modo:
GIORNO 1:
1. _____GIOIA______________
2. ______PAURA____________
3. _______ALLEGRIA_________
4. _________APATIA_________
5. _____SODDISFAZIONE_____
6. _______ENTUSIASMO______
7. ________________________
8. ________________________
Questo è solo un esempio. Alla fine della giornata scrivi le emozioni che TU hai provato.
Quindi, continuiamo.
Ti sei mai chiesto cos’è lo stato emotivo?
Lo stato emotivo è l’umore in cui ti trovi in un dato momento.
Per chi ama le definizioni, lo stato emotivo può essere definito come “la somma totale di tutti i processi neurologici che si verificano in un individuo in un dato momento”.
L’umore, appunto, in cui ti trovi in un dato momento.
Se chiedi ad una tua amica o amico quali sono le sensazioni ed emozioni che prova solitamente durante una settimana, probabilmente ti dirà sia emozioni “negative”, legate a momenti difficili, come rabbia, paura, apatia, sia emozioni “positive”, legate a momenti belli, come sicurezza, ottimismo, gioia, determinazione.
Scopriremo nei prossimi articoli che lo stato emotivo, le emozioni che provi è un qualche cosa che NON dipende da ciò che accade fuori di noi. Molte persone sono convinte che quello che provano in un dato momento sia il risultato degli eventi esterni.
Ti è mai successo che accade qualcosa e tu reagisci cambiando automaticamente il tuo stato emotivo? Cioè, sembra che le tue sensazioni cambino da sole?
Ad esempio, pensa ad una persona che ti piace e attrae particolarmente.
Pensaci adesso.
Adesso immagina che quella persona è entrata nella stanza dietro di te.
Com’è cambiato il tuo stato emotivo?
Probabilmente il battito del cuore è aumentato, forse hai un leggero rossore sul viso, la respirazione si è fatta più intensa e… le tue sensazioni sono cambiate.
Strano, vero?
Beh, la maggior parte delle persone è completamente allo scuro del fatto che sono esse stesse a creare queste sensazioni, le emozioni che provano, momento dopo momento.
So che questo può sembrarti strano e forse assurdo. Ma è proprio così. Il fatto è che nello spazio temporale tra l’evento e la reazione si verifica un preciso processo al tuo interno. Anche se tu NON ne sei consapevole. Anche se ti sembra che avvenga tutto in automatico, in realtà NON è così.
Leggi attentamente questa frase:
Ogni comportamento umano è il risultato di uno stato emotivo.
Nei prossimi articoli ritorneremo su questo punto, perché è molto molto molto importante. Per il momento lascialo lì in un cantuccio della tua mente.
Lascia che la tua mente, la parte più profonda di te inizi a rifletterci, ora, mentre stai leggendo queste parole e mentre puoi renderti conto della tua respirazione, e puoi anche sentire le dita delle mani che toccano il mouse del computer e semplicemente, puoi renderti conto che tutto il tuo corpo, dai piedi, alle gambe, alle braccia, al torace, alle spalle, al viso, sono in uno stato di profondo benessere e questa consapevolezza ti attira a leggere fino in fondo questo articolo e a lasciare che la tua mente più profonda rifletta su quanto letto e scoperto fino ad oggi, per prendere tutto ciò che è utile per te, per farti smettere di fare 1 passo avanti e 2 indietro, per far crescere e migliorare la tua autostima…
E con questo stato di rilassatezza e benessere che si diffonde in ogni parte del tuo corpo… continua a leggere… perché ancora molte cose importanti ci sono da scoprire…
Quando ti poni un obiettivo, quello che conta non è “solo” raggiungerlo; quello che conta è COME lo raggiungi. Il viaggio, il percorso che fai per arrivare dove vuoi arrivare, e i cambiamenti che metti in atto per arrivare alla meta.
Poi a volte, sai cosa succede?
Succede che, durante il percorso, qualcuno inizia a trovare scuse per non perseguire l’obiettivo che si è posto. Ovvero si AUTOSABOTA.
L’essere umano è poliedrico, è ricco di sfaccettature a tal punto che, alcune persone, hanno il coraggio e la capacità di inventare mille scuse per non raggiungere quanto si sono poste come obiettivo.
Se ti impegni poco, se non spingi al massimo sull’acceleratore ma ti limiti a fare (anche) meno del minimo indispensabile, sai cosa succede?
Succede che hai un alibi nel caso di insuccesso, perché puoi sempre dire a te stesso (e agli altri):
“Se mi fossi impegnato al massimo… sarebbe andata diversamente…”
Se invece ti impegnassi al massimo, nel caso di un insuccesso non avresti alibi.
E a chi piace non riuscire?
A nessuno, direi….
Ti metto alcuni esempi di auto sabotaggi… chissà, potresti conoscere qualcuno che li mette in atto.
Un primo esempio di auto sabotaggio è il procrastinare, cioè il rimandare a domani:
“Eh sì… inizierò a seguire le istruzioni… domani…. Oggi è domenica… la domenica non si lavora…”
oppure il rinunciare a scegliere: rinunciando a scegliere non ci si espone al rischio di fare scelte sbagliate! Solo che… se NON scegli tu… qualcun’ altro lo farà per te!
o ancora lo stabilire obiettivi irraggiungibili o troppo facili: in questo modo, se non si raggiunge l’obiettivo, non dipende da noi, ma dalle caratteristiche dell’obiettivo e quindi la persona può non sentirsi in colpa.
Ma allora… se l’auto-sabotaggio non è utile, perché ci sono persone che lo mettono in atto?
Sai qual è la funzione principale delle strategie di autosabotaggio? La funzione principale è quella di sostenere un’immagine positiva di sé.
Se mi preparo prima ad un possibile fallimento con giustificazioni di vario genere, per cui se non raggiungo l’obiettivo NON dipende da me… in caso di insuccesso la mia autostima e la mia immagine di me rimangono la stessa di prima, perché in fondo… non ho fallito!
Allo stesso tempo, però, le strategie di autosabotaggio limitano le tue possibilità di successo, perché ti impediscono di spingere al massimo sull’acceleratore e di dare il meglio di te e di ottenere i risultati che desideri.
Ci sono persone che NON sono consapevoli del fatto che si stanno autosabotando.
E apparentemente nessuno decide consapevolmente di autosabotarsi e quindi di mandare all’aria il lavoro fatto. Eppure quante volte, nella tua vita, hai fatto qualcosa che poi si è rivelato essere un autosabotaggio?
Probabilmente non consapevolmente… o non del tutto consapevolmente…
Gli autosabotaggi arrivano nel momento in cui qualcosa ti spaventa.
Cioè, quando si ha paura di qualcosa (generalmente di un cambiamento, di qualcosa di nuovo o di diverso) si tende ad autosabotarsi, per rimanere nella condizione precedente, di stallo, ma sicura.
È un po’ come il detto: “Meglio una gallina oggi che un uovo domani”. L’hai mai sentito dire?!?!?!
E gli autosabotaggi entrano in gioco nel momento in cui la tua mente razionale vuole proteggerti da qualcosa che non conosce e che pensa potrebbe essere pericoloso per te.
Nei prossimi articoli parleremo e imparerai a conoscere la mente razionale e la mente inconscia e scoprirai come funzionano e come usarle per raggiungere ciò che desideri.
Tornando a noi… l’autosabotaggio è la capacità di trovare scuse per non perseguire l’obiettivo. E di solito le persone si auto-sabotano quando perdono di vista l’obiettivo.
Gli auto-sabotaggi sono tutte quelle scuse che le persone tirano fuori quando hanno paura. Paura di fallire, paura di non riuscire, paura di non essere all’altezza…e via dicendo.
E ti dico un’altra cosa:
in quest’ultima parte dell’articolo ho fatto riferimento diverse volte al fallimento, all’insuccesso.
Bene, sto per darti una notizia che probabilmente ti farà dire (o pensare) che sono impazzita, quindi te lo dico prima: NON sono impazzita. E quello che sto per dirti è di fondamentale importanza, e voglio che tu lo legga con attenzione e che ci rifletta sopra:
NON esistono fallimenti. Esistono solo FEEDBACK.
Una delle lezioni più importanti che ho imparato lavorando con persone di successo è che il fallimento è un atteggiamento, non un risultato.
Cioè, non ha niente a che vedere con i risultati che ottieni, ma influenza il come vedi le cose.
Ad esempio, al settecentesimo tentativo fallito di creare la luce elettrica, un reporter del New York Times chiese a Thomas Edison: “Come ci si sente ad aver fallito per la settecentesima volta?”
E il grande inventore rispose:
“Non ho fallito settecento volte. Non ho fallito nemmeno una volta. Sono riuscito a provare che quei settecento modi non funzionano. Dopo che avrò eliminato tutti i sistemi che non funzionano, troverò quello che andrà bene.”
E
“Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti.”
Per migliaia di volte ancora quei sistemi non funzionarono, ma Edison alla fine scoprì quello che funzionava e così facendo illuminò il mondo.
Negli articoli precedenti abbiamo parlato di mentalità e di atteggiamento.
Ecco, questo è l’atteggiamento e la mentalità di chi vuole smettere di auto-sabotarsi, di chi vuole smettere di fare 1 passo avanti e 2 indietro, di chi vuole migliorare la propria autostima.
E se cadi, ti rialzi e vai avanti. Con in mente sempre dove vuoi arrivare, e con in mente la convinzione e la consapevolezza che passo dopo passo ci stai arrivando.
Perché un elefante… si mangia a piccoli pezzi!
Prima di proseguire voglio aggiungere un altro aspetto sempre legato al fallimento e, conseguentemente, al giudizio.
Ti è mai successo che una persona ti abbia fatto una critica nel momento sbagliato? Quanto è stata fastidiosa la critica? Quanto ti ha fatto rimanere male?
Pensa, che il peggior critico che potrai mai incontrare è quello che vive all’interno della tua mente. Il modo in cui parli a te stessa ha un profondo impatto sul tuo stato emotivo, sulle emozioni che provi.
Cheri Huber (insegnante di Zen per oltre 30 anni) diceva:
“La voce dentro la tua testa non è la voce di Dio. Semplicemente pensa di esserlo.”
Per esempio, quando commetti un errore, pensa al tono di voce che usi con te stessa. Ti dici: “Oh, bene !!! Un’altra esperienza che mi ha fatto imparare qualcosa!”
Oppure ti dici qualcosa come:
“Stupida, idiota, questa volta ha combinato proprio un bel pasticcio…”
Oppure:
“Ma quando imparerai?”
Ricordi un’occasione in cui hai fatto qualcosa che sapevi essere sbagliata?
Ripensa al tono che hai usato con te stesso: com’era? Critico, arrabbiato, sarcastico, rassegnato?
Molte persone pensano che, siccome sentono una voce interiore, allora la devono ascoltare. Le critiche però devono essere costruttive. Se la voce interiore non ti incoraggia, fai l’esercizio che trovi qui sotto.
Esercizio – “La tua voce critica” (1° parte):
P.S.
Se per assurdo dovesse tornare… semplicemente rifai l’esercizio!
Con questo esercizio abbiamo scoperto com’è facile cambiare la voce interiore critica.
C’è da considerare anche il fatto che la voce interiore ha comunque una funzione positiva: quella di impedirti di commettere errori e aiutarti a fare meglio.
E per fare ciò, per essere utile, deve essere costruttiva.
Immagina di voler aiutare un bambino a imparare qualcosa di nuovo. Se lo rimproverassi di continuo, ogni volta che sbaglia, dicendogli che è un incapace, ben presto perderebbe la sicurezza di sé e la stima in sé.
Invece, se usi un tono incoraggiante e gli fai vedere dove sbaglia e magari un modo migliore di fare le cose, otterrai risultati completamente diversi.
Fai quindi, adesso, la 2° parte dell’esercizio “La tua voce critica”.
Esercizio – “La tua voce critica” (2° parte):
Nei prossimi articoli riparleremo di tutto questo, del fatto che ci diciamo delle cose… che non sempre ci sono utili. E impareremo a cambiare queste cose, con frasi e affermazioni più utili, che ti aiuteranno a smettere di fare 1 passo avanti e 2 indietro.
Per adesso mettiamo un altro “mattoncino” per costruire le fondamenta… e il prossimo “mattoncino” consiste in questo:
Esercizio – “Il diario dei miei successi”:
E chiudo questa lezione con una frase:
“Tutti i nostri sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli.” (Walt Disney)
E tu, hai il coraggio di perseguire i tuoi sogni?
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Con questo si chiude questo articolo. Se hai domande o curiosità ti invito a scrivermi CLICCANDO QUI
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