Conosci la storia di Alfredo?
Alfredo era un impiegato che lavorava in un ufficio e tutti i giorni partiva da casa con la sua valigetta per andare a lavoro.
Dal momento che abitava al 12° piano, quando usciva di casa prendeva l’ascensore (fare le scale era per lui una vera tortura e fino a quel momento non le aveva mai fatte).
La mattina quindi si preparava di tutto punto, prendeva la sua valigetta e partiva per andare a lavoro.
Ogni giorno la stessa routine: dall’appartamento all’ufficio e la sera dall’ufficio all’appartamento.
La sua vita scorreva così, con quella routine e quella monotonia che però lo rassicuravano, lo facevano stare “tranquillo”.
Anche il suo ufficio era a un piano alto di un grande palazzo. E anche per andare in ufficio ogni giorno prendeva l’ascensore.
E poi, ogni giorno, quando usciva dall’ufficio per tornare a casa, dopo una lunga e stancante giornata passata ad ascoltare i problemi dei clienti che si lamentavano, esausto e desideroso di riposo, una volta arrivato al suo palazzo, riprendeva l’ascensore per tornarsene nel suo appartamento.
Ma un giorno qualcosa turba e sconvolge la sua vita.
Un giorno però succede qualcosa di diverso. Uscito come al solito dall’ufficio, arriva di fronte al palazzo dove abita. Entra, appoggia la sua valigetta per terra accanto alla porta dell’ascensore e, come ormai faceva da anni, preme il pulsante per chiamare l’ascensore (che, come diceva lui… “Non c’è mai quando ti serve!”)
Aspetta quindi qualche istante che l’ascensore arrivi. Ma contrariamente alle sue aspettative non accade niente.
L’ascensore non arriva.
Preme quindi nuovamente il pulsante, questa volta un po’ più forte, aspetta qualche istante, ma anche questa volta niente. L’ascensore non sembra dare segni di “vita”.
Comincia quindi ad irritarsi. Dopo una lunga giornata di lavoro, l’ultima cosa che vuole è dover aspettare l’ascensore.
Mentre tornava a casa in macchina già si immaginava nel suo appartamento, sdraiato comodamente sul suo divano, avvolto comodamente dal suo pigiama, a guardare la TV e a fare zapping col telecomando, e invece…
Era ancora lì! Davanti a quel maledetto ascensore che non ne voleva sapere di arrivare!
Sempre più arrabbiato quindi preme per la terza volta il pulsante, questa volta con più forza e continua a tenerlo premuto, nella speranza (sempre più vana) che cambi qualcosa e l’ascensore arrivi.
Di fronte all’evidenza che, nonostante continui a premere il pulsante, l’ascensore non arriva, inizia a sbraitare e a urlare, premendo ancora più forte il pulsante.
Risultato?
NIENTE! L’ascensore NON arriva!!!!
Deluso e amareggiato dalla situazione, si siede sul primo scalino a riflettere.
Pensando al suo appartamento, al divano, alla sensazione di essere avvolto dal suo morbido pigiama… dopo qualche minuto, con un nuovo entusiasmo e una ritrovata energia, si pone nuovamente di fronte al pulsante, lo guarda con aria di sfida e, con tutta la forza di cui dispone, lo tiene premuto, maledicendo il pulsante, l’ascensore e il condominio.
Risultato?
Si fa male al dito, gli viene il fegato grosso, ma l’ascensore non arriva.
*****************************
MORALE:
Se continui a fare le stesse cose, continuerai ad ottenere gli stessi risultati e a fare 1 passo avanti e 2 indietro