Ciao, sono Stella Laurini, Coach e Trainer in PNL e, insegnando alle persone ad usare in maniera più utile e funzionale la propria mente, le aiuto a migliorare la qualità della loro vita, ad essere maggiormente soddisfatte e felici, accompagnandole in un percorso di crescita e di evoluzione alla scoperta del proprio talento e unicità.
E in questo articolo affrontiamo quelle che sono le 5 principali cause dell’insoddisfazione e i suoi effetti.
Una sensazione spesso trascurata ma molto pervasiva e in continua crescita è quella dell’insoddisfazione. L’insoddisfazione può avere effetti sul corpo e sulla mente molto gravi e per questo che non va sottovalutata ma bensì riconosciuta e affrontata per trasformarla in un motore positivo per il nostro benessere.
Prima di tutto cerchiamo di definire cos’è l’insoddisfazione.
L’insoddisfazione è la sensazione generata dalla frustrazione dei nostri bisogni e desideri irrealizzati, un senso di mancanza, un gap tra ciò che vorremmo provare e ciò che proviamo. L’insoddisfazione è l’assenza o la scarsa presenza di piacere nella nostra vita.
Le principali forme di insoddisfazione sono collegate alla natura dei bisogni umani:
· non sentirsi realizzati nei ruoli professionali e in quelli privati
· non sentirsi importanti
· non sentirsi amati o di appartenere
· non avere una vita stimolante e varia
· non soddisfare i bisogni primari (sessuali, deprivazione sensoriale, ecc.)
Le cause principali che ci portano a essere insoddisfatti sono:
· un problema invalidante ci impedisce di inseguire le nostre ambizioni
· modelli educativi inadeguati (spesso i genitori ma anche la società, la televisione) che hanno programmato le nostre credenze con pochi permessi e molti divieti
· un ambiente poco stimolante
· un ambiente troppo competitivo
· carenza di capacità o conoscenze che ci renderebbero possibile la soddisfazione dei nostri desideri
Tutto questo porta molte volte a un aspro conflitto tra la nostra parte razionale e quella emotiva e sensoriale, il nostro cervello primitivo.
Quando ci viene proibito (da parti di noi o da altri) o reso difficoltoso e addirittura inaccettabile il poter gratificare le nostre voglie, i nostri piaceri, ecco che spunta l’insoddisfazione.
Personalmente penso che l’insoddisfazione sia uno stato intensamente creativo che ci spinge a realizzare noi stessi e a cercare ciò che desideriamo veramente.
Una dose di insoddisfazione nella vita ci vuole, perché ci rende curiosi e ambiziosi. Ci motiva a cercare nuove strade e a creare nuove realtà. Se ci pensi, alla fine, essere insoddisfatti può essere una benedizione, se sai come usarla. Scopriamo insieme come.
Il primo indizio dell’insoddisfazione è l’inquietudine.
L’insoddisfazione si presenta sotto molte forme e in tutte le occasioni. A un tratto non ti piace più nessuna stanza della tua casa, oppure i vestiti non ti stanno più bene. O magari sei stufo di fare le stesse cose…
L’insoddisfazione può emergere durante un ingorgo nel traffico, o dopo la telefonata di un amico. Ti può colpire quando meno te l’aspetti, in un momento in cui sei distratto e impreparato, e in una frazione di secondo la tua calma, la pace della mente e il tuo umore si alterano.
Non è depressione – non ti senti triste – ma non sei del tutto soddisfatto. Non ti senti a tuo agio. Hai la sensazione che ci sia qualcosa che non va, ma non sai bene cosa sia.
L’insoddisfazione può presentarsi inizialmente in un solo aspetto della nostra vita, facendoci sentire irritati, rendendoci di cattivo umore, fiacchi, disinteressati, addirittura bloccati.
Successivamente, se ignorata, può sopraffarci totalmente stabilendosi definitivamente nella nostra routine quotidiana con frasi del tipo “Odio il mio lavoro”, “Mi sento così solo”, “Non riesco ad andare avanti”, facendoci provare amarezza nei confronti della vita e del futuro.
Non importa quanto si creda di essere felici, se stai diventando irrequieto, è molto probabile che ti stai dirigendo verso uno stato di insoddisfazione.
Ecco alcuni sintomi:
1. La mattina ci si “trascina” fuori dal letto.
2. Aumenta il consumo di caffè, zucchero, bevande alcoliche e si fanno spesso abbuffate di cibo.
3. Diminuisce l’interesse per i piccoli piaceri.
4. Si guarda troppa TV.
5. Si mette su peso.
6. Si ride di meno – soprattutto di se stessi.
7. Si vedono tutti i bicchieri “mezzi vuoti”.
8. Si cerca l’approvazione da parte di chiunque.
9. Si utilizza spesso il termine “Non è giusto”.
10. Ci si butta giù facilmente.
11. Si buttano giù le altre persone.
12. Spesso ti viene chiesto “Che cosa c’è che non va?”
13. Si ha la sensazione di essere trascurati, incompresi.
14. Ci si sente stanchi, anche quando si ha riposato.
15. Si ha la sensazione che la propria vita sia nelle mani di qualcun altro.
16. Si mente perché si pensa che la verità non sia sufficientemente bella.
17. Si diventa sospettosi nei confronti degli altri.
18. Si diventa di cattivo umore.
Una parte di noi vuole essere sempre scontenta. Ma l’insoddisfazione non è una brutta cosa. Fa parte della natura umana ed è assolutamente funzionale.
L’insoddisfazione ci dona la forza di apportare dei cambiamenti, quelli necessari per ritrovare la felicità o l’appagamento nella nostra vita. Per me è stata la forza trainante per la maggior parte dei cambiamenti nella mia vita. E può esserlo anche per te.
E molte delle mie esperienze lavorative sono state caratterizzata da insoddisfazione.
Certo, all’inizio ero grata di aver trovato il mio primo lavoro. Ma col passare del tempo ho capito che non avevo provato nessun vero entusiasmo per i lavori che facevo.
A posteriori, ho ringraziato ogni momento di queste esperienze. I lavori insoddisfacenti mi hanno dato la forza di buttarmi fuori nel mondo, dove l’avventura, l’amore e la possibilità di cambiare mi attendevano.
Il secondo indizio dell’insoddisfazione è la Negazione.
L’insoddisfazione non è qualcosa da negare. Probabilmente per un po’ di tempo potrai cercare di ignorare i brutti sentimenti associati all’insoddisfazione.
Ma quando non riuscirai più a sopportare il tuo disagio, avrai due scelte: o il rifiuto consapevole o l’accettazione attiva.
La negazione consapevole ti farà atterrare da qualche parte con tre condizioni: una vita irregolare, la dipendenza, o la depressione. E se si è particolarmente fortunati, di solito, si ottiene una combinazione di tutte e tre queste cose.
Il terzo indizio dell’insoddisfazione è il “non agire”.
Alcune persone scelgono di non agire. Accumulano rabbia dentro di sé senza farla uscire, rifiutandosi di fare qualcosa per aiutare se stessi.
Il “non agire” si manifesta anche sotto forma di “anestesia”, facendo indebolire il corpo, la mente, le emozioni, e lo spirito, pur di non sentire il dolore del malcontento.
Ci sono molti modi per anestetizzarsi, come ad esempio euforizzarsi con gli alcolici o utilizzare droghe, o ancora abbuffarsi di cibo.
È un modo per rimanere indifferente ai tuoi sentimenti, ma più diventi insensibile, più i tuoi sentimenti lotteranno per venire in superficie e più farai fatica a nasconderli.
È un circolo vizioso che finisce col danneggiare il tuo corpo. Ed è davvero un triste espediente.
Per concludere, quindi, ti invito ad accogliere gli impulsi interiori dell’insoddisfazione che affiorano nella tua mente, come se fossero dei graditi ospiti. Ascolta quotidianamente l’insoddisfazione quando si presenta nella tua vita.
Mente fai la tua corsa contro il tempo, le commissioni, il lavoro, la famiglia, prenditi un momento per prestare attenzione ai tuoi sentimenti vitali.
Prendi nota di quello che ti sta succedendo. Invece di ignorare o bandire l’insoddisfazione, chiedi alla parte intuitiva di te:
“Perché la mente mi spinge verso questa direzione?”
Impara a dialogare con te stesso, a confidare nel tuo intuito e a scoprire la sua presenza e la sua preziosa collaborazione.
L’insoddisfazione sta cercando di dirti qualcosa che hai bisogno di ascoltare. Quando dentro di te c’è un forte desiderio di esprimere o creare qualcosa, sappi che proviene dall’insoddisfazione.
IMPORTANTE: l’insoddisfazione è una delle cose che può portarti a fare 1 passo avanti e 2 indietro. Imparare ad ascoltarla, a dialogare con te stesso e a capirla ti può aiutare a smettere di fare come i gamberi.